2017

Onda 1a – settore A – Alunni scuola elementare

1° posto – Settore A (scuole primarie)
Felicità

di Nicole Manfredini – Tropea (VV)

Motivazione: In questi versi di tenera innocenza la felicità si tocca con mano, la possiamo trovare in semplici gesti, sogni, persone a noi care, proprio nella nostra quotidianità.

Felicità è il sorriso di un bambino
piccino piccino,
il sorriso che ha sul suo visino!
Felicità è il cuore che si riempie di gioia
per chi si vuole bene per davvero,
non è una bugia,
è davvero sincero!
Felicità è avere nel corpo tanta allegria
ed un cavallo che ti porta via!
Che ti porta sulle ali della fantasia:
dove puoi giocare,
dove puoi sognare,
dove puoi volare,
dove puoi saltare,
ma, soprattutto, amare!
Amare un fratello,
una sorella,
una persona speciale
con cui passare insieme i giorni
e il Natale.
La felicità non è un semplice sentimento,
ma un sentimento davvero speciale!
Evviva la felicità!!!

2° posto – Settore A (scuole primarie)
La pace

di Petra Sorgiovanni – Crotone (KR)

Motivazione: La costruzione della pace, il bene più alto dell’umana esistenza, sta nel credere, nello sperare e nell’amare il nostro prossimo.

Immagina che la Pace sia un treno:
nel primo vagone troviamo la fede,
nel secondo la speranza,
nel terzo la carità.

Con la fede crediamo negli altri
con la speranza costruiamo un mondo migliore
con la carità amiamo i nostri fratelli.

Così costruiamo la pace.
Una Pace con la P maiuscola
una Pace più vera
una Pace sincera.

3° posto – Settore A (scuole primarie)
Racconto il cielo

di Pasquale Baldo – Daffinà di Zambrone (VV)

Motivazione: L’amore verso la figura paterna nel sorriso, nel cipiglio e nella commozione si esplica la serenità del nostro firmamento, il limpido cielo, l’arcobaleno e le stelle.

Un sottile velo azzurro
limpido sereno immenso
mi sorride
mi avvolge come
le forti braccia del mio papà.
A volte si incupisce e lascia vedere
bianche pecorelle che si rincorrono felicemente
poi d’improvviso
si oscura, s’intristisce, si commuove.
E lascia cadere lacrime di pioggia,
ma presto appare un arcobaleno
di luci e colori sfavillanti.
di notte mi avvolge con il suo velo blu cobalto
e l’incanto del firmamento
trasforma i miei sogni
in luminose stelline.

Onda 1 a – settore B – Alunni scuola media inferiore

1° posto – Settore B (scuole secondarie)
Catturare una stella

di Milena Pisano Cona – San Cono di Cessaniti (VV)

Motivazione: Alla cattura di una stella vengono affidati desideri, sogni, amore e l’anelito, in un mondo pacifico e sereno, del cammino della sua vita irradiato di luce.

Catturare una stella,
significa sognare;
catturare una stella,
significa amare;
catturare una stella
è un’impresa surreale
solo chi ci crede veramente
una di esse può afferrare.
Io una stella l’ho già catturata
all’aurora di una dolce serata,
quando il sole nelle acque tramontava
e quando la luna spuntava.
Avendola in mano espressi un desiderio:
“Un mondo senza danni
e senza cose terribili”.
Questo è il mio unico pensiero.
Grazie stellina mia
stammi vicino e illuminami per sempre la via…

Onda 1 a – settore C – Alunni scuola media superiore

1° posto – Settore C (scuole superiori)
Auschwitz

di Maria Elena Alberti – Cosenza (CS)

Motivazione: Esplode incontenibile la disperazione di uomini, donne e bambini, ingabbiati nei lager, denutriti, stanchi e feriti nel corpo e nello spirito tanto ad avere la morte come unica amica. Toccante la conclusione che indirizza la paura dal terribile aguzzino a chi vede e non parla.

Un filo spinato
ti separa dal cierlo
puoi sempre guardarlo
ma non puoi più toccarlo.
L’aria è gelida
anche se è estate
e in queste strade ristrutturate
si sente ancora la follia omicida.
Li vedo davanti ai miei occhi
uomini e donne camminare a fatica
cadere per terra feriti e stanchi
e avere la morte come unica amica.
Ora ho capito cos’è la tortura
e quanto Hitler fosse crudele
ma non so se indirizzare verso di lui la paura
o verso la gente che non parla ma vede.

2° posto – Settore C (scuole superiori)
Gli occhi miei

di Alessia Sinicropi – Reggio Calabria (RC)

Motivazione: La reale situazione dell’umanità contemporanea emerge cruda. Genitori stanchi e tristi, ragazzi senza futuro, mani tese ed imploranti in un mondo che piange, si tormenta, si lamenta.

Vedo l’affanno di un padre,
tornato da una giornata
di un lavoro egoista
e senza profitto.

Vedo gli occhi di una madre,
stanchi e malinconici,
come l’aroma della brezza marina
dopo la tempesta.

Vedo un uomo: negro, straniero, cattolico,
come sia, pur sempre un uomo.
Dolore e sgomento mentre allunga le mani:
cerca solo compassione.

Vedo dei ragazzi: ridono, scherzano…
Hanno la vista accecata e offuscata la mente,
vuoto il futuro.

Vedo una donna, in mezzo a tanta gente,
ha il viso coperto; ora c’è solo fumo:
si è fatta esplodere.

Vedo un mondo che piange,
si tormenta, si lamenta;
una natura abbandonata,
sfruttata, prosciugata.
Vedo crudeltà, angoscia,
egoismo, disumanità.

Vedo… consapevole,
che tutto ciò che finora ho visto,
mai avrei voluto vedere.

3° posto – Settore C (scuole superiori)
Vivere la vita vivendo

di Martina Siclari – Motta San Giovanni (RC)

Motivazione: Una risposta vibrante di vita a una forte delusione. La reazione al dolore è non lasciarsi sopraffare, sorridere al posto di bere, non volare ma restare, vincere la vita vivendo.

E no, la mia vita non è finita soltanto perché
ho visto qualcuno morire e stringere il letto dalle grida.
E no, non pensate minimamente che posso urlare il mio dolore
tra la gente, lo nascondo sotto le coperte,
lo lascio morire a braccia conserte,
mentre la notte si fa cupa,
mentre il mio cuore si rannoda e la paura si rassoda.
E ho giurato di non lasciarlo vincere,
perché non so più cosa significa perdere,
perché se ho perso già soffrendo,
vorrei vincere questa vita vivendo.
E no, che non mi lascerò più cadere perché a volte
si cade stando anche in piedi e se mi guardi negli occhi, cosa vedi?
Un vortice di nullità, dove è impigliato il mio cuore a metà.
E no, che non vi dico cosa provo, che non capisco più chi sono,
che sorrido e non mollo, anche se non ci sei più tu,
che vorrei fare molto di più… bloccare ogni mio pensiero,
scansare l’onda come un veliero, dirigere la mia nave
senza la paura di volare, con tanta voglia di restare.
E guarda giù in fondo al mare dall’alto,
perché io sopravvivrò, già lo so. Non puoi dirmi
di non pensarti però, per risalire ci metto un po’,
per non soffrire dovrei essere in un altro mondo,
senza cercare di incassare il colpo,
senza distruggermi la mente che sei il mio pensiero costante.
No, adesso dico proprio no, che non ho voglia di parlare,
che preferisco tacere e sorridere al posto di bere.
Per me non è finita, è riiniziatra un’altra vita:
io e te sopra l’universo, perché dal cielo mi guardi lo stesso.

Onda 2 a – Poesia adulti

1° posto
Trema la terra (Amatrice 24 agosto 2016)

di Michele Petullà – Vibo valentia (VV)

Motivazione: Poesia di dolore e pianto che si carica nei suoi versi di sussulti emozionali in un silenzio irrazionale dove colpisce come sola l’ora della morte si staglia muta sul campanile della storia.

Trema la terra, violenta,
paura e terrore
squarciano la notte,
forte si leva
il grido di dolore.
Ferito e piangente
il campanile segna l’ora,
muto, guarda il borgo amato
di macerie e morte ammantato.
Trema la terra,
che pare adirata,
e canta accorata
ninna nanna funesta.
Crudele si dipana
la Spoon river dei piccoli,
tenere vite spezzate
in un baleno,
anime pure
volate in cielo.
Piange la madre,
piange il figlio
che non ha salvato,
e non si da pace.
Forte il dolore
divora il cuore
e non ci son parole di conforto,
solo silenzio e preghiera.

2° posto
Le madri di Aleppo

di Rita Muscardin – Savona (SV)

Motivazione: Versi che attanagliano il cuore, pietre insanguinate, bambini sorpresi in un oscuro agguato di morte, madri in pianto. Non odio ma voci accorate nella quieta malinconia della sera.

Polvere e fumo fra le macerie di un dolore senza tempo
e lacrime antiche a dissetare
le radici della terra.
C’è odore di morte sulle pietre insanguinate
e il pianto delle madri mentre stringono al grembo freddo
poveri corpi esanimi.
Accarezzano riccioli di vento e di sabbia
sul capo reclinato in un abbandono
più grave del sonno
adesso che la morte con ali scure
ha disegnato l’orlo di un deh capovolto.
Si vestono di silenzi le madri di Aleppo
per cercare ombre dolci dietro angoli d’azzurro
mentre la notte trascina stelle
nella desolata oscurità.
L’ultimo viaggio terminato ali ‘alba della vita
e l’anima sospesa in un refolo di brezza.
Si distendono le tenebre e un brivido sul cuore è la notte
che scende sulle labbra gelide degli assenti.
Sono figli di un dio minore i bambini di Aleppo
sorpresi in un oscuro agguato di morte,
i loro passi lievi non lasciano più tracce,
solo orme dolci nel lento declinare dei giorni.
Ma a volte bisbigli di vento nella quieta malinconia della sera
sembreranno voci che ancora chiamano,
a un passo dal silenzio, a un passo dal cuore.

3° posto
La terra trema

di Antonella De Luca – Genova (GE)

Motivazione: Melodiosi versi che narrano l’esplosione della natura ferita. I fiumi, i mari, i venti, la terra trema, un boato tremendo, lo sdegno per una tragedia annunziata, per quel figlio che non l’ha rispettata.

La terra trema risvegliando i fiumi,
trascinando i rami,spogliando i monti,
gonfiando i mari e soffiando i venti
mentre la vita scorre nell’attimo che muore,
il tempo che fugge, il nulla che resta,
il buio che ingoia ogni afflizione

La terra trema gridando lo sdegno che ha dentro
per quelle case sbocciate al posto dei fiori
per quegli uccelli senza più volo, senza più ali
per quel buco nel cielo che il sole ha ferito
per quel frutto malato di una pianta mal nata
per quella radice dell’albero che l’uomo ha tagliato
per quei flutti marini che incurante ha sporcato

La terra trema
eruttando in un boato sgomento,
tra i visi contriti e gli sguardi sbarrati di occhi atterriti,
squarciando il cielo in mille colori di grigio vestiti
sventrando il passo dell’uomo che, invano,
cerca riparo nel ventre materno chiedendo perdono

I volti appannati di anime sperdute,
in cerca di pace nell’inferno dantesco
dove ansiose le mani vanno graffiando,
tra le macerie di ricordi perduti,
ascoltando il doloroso lamento

La terra piange per quel figlio
che ingordo non l’ha rispettata,
con quello sfregio sul volto
che per sempre l’ha segnata
ma ancora una volta, con amoroso incanto,
ripropone la vita all’ingrato pianto.

Onda 3 a – Poesia in vernacolo

1° posto
Unna do mari…

di Gaetano Lia – Monterosso almo – (RG)

Motivazione: Quartine e rima alternata di forte impatto emozionale per un dolore che non ha voce neppure nell’onda del mare, muta per la morte di tanti bambini.

Unna do mari… chi mi veni a diri?
porti la vuci di varchi affunnati
chini di figghi lassati muriri
ca pi lu munnu su’ figghi scurdati

porti la vuci di cu un havi vuci
figghi vagnati di troppu duluri
ca pi lu mari va cercunu paci
e nta lu funnu nun fanu rumuri.

Unna do mari… chi mi veni a diri?
pani na vuci ca mi fa scantari
dintra lu cori mi sentu mpazziri
e cu sti manu nun sàcciu chi fari

provu a juncilli e mi mettu a priàri
mentri nta l’occhi si sciogghi lu chiàntu
sentu la vuci… ncumìncia a canciari
e di lu mari si spinci nu cantu.

Sunu li vuci di li picciriddi
ca nta lu celu su’ pronti a vulari
milli bammini divèntunu stiddi
e nta lu scuru li viri brillari

sunu li stiddi cchiù nichi e lucenti
ca nta lu celu un si ponu cuntari
comu muddichi di vita nnuccenti
sunu la vuci di cu un pò parrari.

Unna do mari… parrà cchiù forti!
strazza lu sonnu di cu un vo sintiri
e prima ancora ca passa la notti
dimmi ca nuddu… cchiù sta pi muriri!

1° posto
Onda del mare…

di Gaetano Lia – Monterosso Almo (RG)

Onda del mare… che mi vieni a dire?
porti la voce di barche affondate
piene di figli lasciati morire
che per il mondo sono figli dimenticati

porti la voce di chi non ha voce
figli bagnati di troppo dolore
che per i\ mare \aimo a cetcaxe pace
e nel fondo (del mare) non fanno rumore (notizia).

Onda del mare… che mi vieni a dire?
parli una voce che mi fa spaventare
dentro il cuore mi sento impazzire
e con queste mani non so cosa fare

provo ad unirle e mi metto a pregare
mentre negli occhi si scioglie il pianto
sento la voce… incomincia a cambiare
e dal mare si alza un canto.

Sono le voci dei bambini
che nel ciclo sono pronti a volare
mille Gesù Bambini diventano stelle
e nel buio le vedi brillare

sono le stelle più piccole e luminose
che nel ciclo non si possono contare (sono troppe)
come molliche di vita innocente
sono la voce di chi non può parlare.

Onda del mare… parla più forte!
strappa il sonno di chi non vuole sentire (capire)
e prima ancora che passa la notte
dimmi che nessuno… ormai sta per morire!

2° posto
L’urtima unda janca

di Serafina Foti –Reggio Calabria (RC)

Motivazione: Commovente la reazione di un marinaio che nella rezza, tra la misera pesca, trova una scarpetta e il pensiero va a quella misera gente che fugge dalla guerra e invece della pace trova la morte nel mare tradituri.

L’urtima unda janca
si rratulìa ‘nta mmari
po’ si rriposa stanca
si llonga, po’scumpari.

Nu’ piscaturi tira
‘a barca sua ‘o sicuru
ru’ mari non si fira
e speci quand’è scuru.

Dda barca è a so’cumpagna
chi pacenziusa ‘u ‘spetta
ch’i sempri l’accumpagna
cu’ carmarìa o maretta.

‘Nta rizza quattru pisci
fravagghja, pa’ paredda
po’varda, non capisci…
‘nc’era na’ scarpicedda.

“Cu sapi cu’ ‘ll’aiva?
–pinzau cu’ gran duluri–
dda ggenti no’ sapiva
ch’u mari è tradituri?”

Genti chi cerca paci
chi si ‘ndi fuj ra guerra
ma nuddu nenti faci
virgogna di ‘sta terra.

Priandu senza vuci
schiavàu na’ fossicedda
si fici un sign’i cruci
e misi ‘a scarpicedda.
2° posto
L’ultima onda bianca

di Serafina Foti – Reggio Calabria (RC)

L’ultima onda bianca
si arrotola nel mare
poi si riposa stanca
si allunga, poi scompare.

Un pescatore tira
la sua barca al sicuro
del mare non si fida
specialmente quando è scuro.

Quella barca è la sua compagna
che pazientemente lo aspetta
che da sempre lo accompagna
sia con mare calmo sia con mareggiata.

Nella rete quattro pesci
pesciolini misti per una frittura
poi guarda, non capisce…
c’era una scarpetta.

“Chissà di chi era?
– pensò con gran dolore–
quella gente non sapeva
che il mare è traditore?”

Gente che cerca pace
che fugge dalla guerra
ma nessuno fa niente per loro
vergogna di questa terra.

Pregando senza voce
scavò una piccola fossa
si fece il segno della Croce
e sotterrò quella scarpetta.
3° posto
Nu patri

di Carmelo Morena – Cassano Magnago (VA)

Motivazione: Guardando il padre morto, con amorevolezza stringe la mano callosa e si lascia avvolgere dai ricordi. La fanciullezza, il dolore per il forzato distacco per un pane lontano e sicuro.

Non ti pozzu cuntàri com’èri,
‘nte ricordi ra mè figghiolanza,
a tò facci, i tò occhi, i pinzèri,
i palori, ‘ndo chiusu i na stanza.
Si svacanta e si inchi sta testa,
ri discursi ra vita passata.
Comu un libbru, liggiùtu o cuntrariu,
chi vo leggiri ancora ddu vòti,
tutti i jiorna i stu calandariu,
mi ricordunu sempri i tò lochi.
E ti vardu, mentri hai l’occhi chiusi,
‘ndi sta branda sulagna i spitàli,
chista è a vita, cchiù spini ca rosi,
nu limuni carricatu di Sali.
E ti tegnu sta manu caddhusa,
chi na vota tiniva a mè manu,
mi purtavi cu l’aria gioiusa,
baffi niri e capiddhi i gitànu.
Undi naviga ora a tò menti,
marinaru ru tempu i na vota,
quali mari, cu ventu i punènti,
sta vucandu alla sciabacòta?
Ma jieu vogghiu pinzàri a com’èri,
… e to occhi culuri ru celu,
a ddhu pezzu di prajia d’aièri,
a ddhi jiorna cu mari era un velu.
Mi ‘ndi jia, ch’èra sira di ‘mbernu,
pi nu pani luntanu e sicuru
e stasìra’nto pettu c’è u ‘nfernu,
mentri fora si fici già scuru.

3° posto
Un padre

di Carmelo Morena – Cassano Magnago (VA)

Non ti posso raccontare com’èri,
nei ricordi della mia adolescenza,
la tua faccia, i tuoi occhi, i pensieri,
le parole, nel chiuso di una stanza.
Si svuota e si riempie questa testa,
dei discorsi della vita passata.
Come un libro, letto al contrario,
che vuoi leggere ancora due volte,
tutti i giorni di questo calendario,
mi ricordano sempre i tuoi luoghi.
E ti guardo, mentre hai gli occhi chiusi,
in questa branda solitaria d’ospedale,
questa e la vita, più spine che rose,
un limone caricato di Sale.
E ti tengo questa mano callosa,
che una volta teneva la mia mano,
mi portavi con l’aria gioiosa,
baffi neri e capelli da gitano.
Dove naviga ora la tua mente,
marinaio del tempo di una volta,
quali mari, con il vento di ponente,
stai remando alla sciabacòta?(all’impiedi)
Ma io voglio pensare a com’èri,
… ai tuoi occhi colore del cielo,
a quel pezzo di spiaggia di ieri,
a quei giorni che il mare era un velo.
Me ne andai, ch’èra sera d’inverno,
per un pane lontano e sicuro
e stasera nel petto ho l’inferno,
mentre fuori si è già fatto scuro.

Onda 4 a – Poesia edita

1° posto
La persistenza del tempo
di Paride Mercurio
Borgo Ticino (No)
Book Editore – Ro Ferrarese (FE)

Motivazione: Passato e presente, amore e morte in armoniose liriche. Solo la poesia persiste alla fugacità della vita e all’eternità della morte che perdura negli universi.

Poesia da leggere. Pink angel

Gustando io versi tuoi nella mia stanza,
mi sei apparso come un angioletto.
Vestito d’una tunica d’organza
vaporosa color rosa confetto,
eri una nuvola che in lontananza
trascorra a sera pigra dietro un tetto.
E da una cetra d’oro con le dita
traevi una dolcezza mai udita.

2° posto
La firma segreta
di Franco Casadei – Cesena (FC)
Itaca– Castel bolognese (RA)

Motivazione: Articoli di giornali, notizie lette e meditate vengono trasformate in liriche poetiche. La realtà intrisa di dolore viene mitigata da una compartecipata tenera pietà.

Poesia da leggere. Le donne a primavera

Tutto in una notte, stamattina
un cielo di un azzurro nuovo
e al mercato del rione
è primavera d’improvviso

folle di donne
ancora avvolte nei giacconi scuri
posano borse gonfie di verdure
e dietro le tende sbilenche dei furgoni
provano gonne corte
magliette un po’ scollate,
si sorridono su specchi improvvisati
con orecchini d’oro finto, finto corallo

le donne a primavera
hanno voglia ancora d’esser belle.

3° posto
Dalla radice al fiore
di Sara Rodolao – Albenga (SV)
Meligrana Editore – Tropea (VV)

Motivazione: Le radici, le piante i fiori simboleggiano le fasi della nostra esistenza. Gioia di vivere, semplicità ed amore rendono piacevole e armoniosa questa raccolta di poesie.

Poesia da leggere. Ti porterò un cesto di frutta e fiori

Ti porterò un cesto di frutta e fiori,
quando l’alba sorriderà alla finestra
e sui rami della luce
schiuderà la corolla d’un giorno nuovo
da consumare insieme.
Gusteremo su lenzuola sgualcite
la dolcezza dell’uva americana
e la passione rossa delle fragole,
nel sottofondo intenso delle fresie.
Schiudi le labbra al sapore della vita:
l’aspro dei limoni abbandonalo fuori dai pensieri.
Ti porterò un cesto di frutta e fiori,
quando il tramonto dipingerà di rubino l’orizzonte
e un sogno busserà alla porta della notte:
fiori per gli occhi e frutta per il cuore.

Onda 5 a – Poesia d’Europa e del Mondo

1° posto
To Madison Hobley
(For having served 16 years in prison despite being innocent)
Motivazione: I versi si incidono su carta come epigrafe su marmo mettendo in risalto la tragedia di chi perde la libertà e aspetta con fede la giustizia di Dio, perché quella degli uomini gli è negata per il colore della sua pelle.

di Teresa Scialpi – Pulsano (TA)

Motivazione: I versi si incidono su carta come epigrafe su marmo mettendo in risalto la tragedia di chi perde la libertà e aspetta con fede la giustizia di Dio, perché quella degli uomini gli è negata per il colore della sua pelle.

Madison Hobley walked like a dog
16 years on death row,
16 years of chains
Depriving himself of all that a free man has.
“You are black man… a dirty nigger”
the cop said,
and it was clear that he himself had set the fire.
In that fire his wife Anita and his son Philip of 15 years had died.
Hands Off Cain!
Locked in his freedom
though he knew he was innocent…
but no… no one is perfect.
Chosen as a sacrificial victim,
he had a real reason to stay alive,
he knew tath God’s justice would triumph,
he knew that God wears the skin color of ech single man.

1° posto
A Madison Hobley
(Per aver scontato 16 anni di carcere pur essendo innocente)

di Teresa Scialpi – Pulsano (TA)

Camminava come un cane Madison Hobley
16 anni nel braccio della morte,
16 anni di catene,
privandosi di tutto ciò che un uomo libero ha
“Sei un uomo di colore… uno sporco negro”
gli disse il poliziotto
ed era chiaro che il fuoco l’avesse appiccato lui.
In quell’incendio erano morti
Sua moglie Anita e il figlioletto Philip di quindici mesi.
Nessuno tocchi Caino.
Bloccato nella sua libertà
pur sapendo di essere innocente…
ma non perfetto… nessuno lo è.
Lui scelto come vittima sacrificale,
aveva una vera ragione per mantenersi in vita,
sapeva che la giustizia di Dio avrebbe trionfato
sapeva che Dio ha il colooe della pelle di ognuno.

2° posto
One August Day!

di Maria Vitoria Massimo – Montreal Quebec (CANADA)

Motivazione: La tristezza aleggia sulle macerie. Il terremoto ha cancellato in un attimo persone, case e chiese. Spasmodica ricerca tra lacrime di rabbia nella speranza di trovare vivi i loro cari.

As i write, an axle thrills through my body
my hand trembles and my heart
cries of sadness.

Sadness at the thought that in just a brief moment
so many people are stuck under the rubble and
others mourning their loved ones.

In a brief moment, in the darkness of the night,
while everyone is asleep,
everything ends, people, houses, churches,
the country destroyed.

The earth shakes my heart stronger as I look at
that sad vision. Everything vanishes in a moments time, the
country collapses on that sad night in August.

It only took a moment for that horrible monster to destroy
dreams and a lifetime of hard work.

Poignant moments, moments of hell, tears of rage,
moments that no one can ever forget.

Digging hands rush through the rubble in the hope of finding
their loved ones alive, the heart is swollen with pain in that naked cruelty.

Eyes turned off by a great sadness, tears of pain meeting the
harsh reality on that day of August 2016.

Every moment becomes a moment of suffering, you only see mountains
of collapsed houses, an immense pain in that corner of the cemetery.

It will be a fragile life, one with so many questions and no answers,
only hope can help them face another day.

Another day that won’t be easy to live,
always rethinking of the inevitable.

Whatever happens tomorrow, the memory of this tragedy will remain in them forever,
a piece of their lives taken away from this terrible monster called an EARTHQUAKE.

2° posto
Un giorno di agosto!

Maria teresa Massimo – Montreal Quebec (CANADA)

Mentre scrivo un brivido assale il mio corpo,la mano trema,
il cuore piange di tristezza.

Tristezza al solo pensiero che in un attimo tanta gente
si trova sotto le macerie e altri a piangere i loro cari.

In un solo attimo nel buio della notte mentre tutti dormono,
tutto finisce, persone, case, chiese, il paese distrutto.

La terra trema il mio cuore ancora di più guardando quella triste visione,
tutto svanisce in un solo attimo, crolla il paese in una notte di agosto.

È bastato un attimo di quel terribile mostro per solcare l’azzurro
dei sogni costruiti con dura fatica, sbriciolati in un attimo.

Attimi struggenti, attimi d’inferno, lacrime di rabbia,
attimi che nessuno mai potrà dimenticare.

Mentre con le mani scavano le macerie con la speranza di trovare vivi
i loro cari, il cuore è gonfio di dolore in quella nuda crudeltà.

Occhi spenti da una grande tristezza, pianti di dolore incrociando quella
dura realtà in quel giorno d’agosto 2016.

Ogni momento si trasforma in sofferenza, si vedono solo montagne
di case crollate, un dolore immenso in quell’angolo di cimitero.

Rimarrà una vita fragile, con tante domande e nessuna risposta,
non resta altro che la speranza ad aiutarli per affrontare un altro giorno.

Un altro giorno che non sarà facile intraprendere,
rimane sempre il dubbio di quell’abisso vissuto in quel triste avvenimento.

Qualunque cosa accadrà domani, nei loro ricordi rimarrà sempre il triste ricordo,
un pezzo della loro vita portato via da questo terribile mostro che si chiama SISMA.

3° posto
Silence

di Marcella Mellea – Vibo Valentia (VV)

Motivazione: Sola nel caldo di una coperta si lascia travolgere negli amorosi ricordi col compagno scomparso. Ritornando alla realtà cerca di dare ancora un senso alla vita.

In silence,
in the folds of a warm blanket,
I think back on us,
to our love,
big as the sea,
strong as a mountain
tender as a sleeping puppy.
I think back on you,
big in dreaming,
calm to act,
never tired of fighting.
I think back on you,
then on me,
insecure to love,
stubborn to listen
fragile and delicate to fight.
I think back on me,
forgetful of dreams,
still in search of the meaning of life.

3° Posto
Silenzio

di Marcella Mellea –Vibo Valentia (VV)

In silenzio,
tra le pieghe di una calda coperta,
ripenso a noi,
al nostro amore,
grande come il mare,
forte come una montagna
tenero come un cucciolo addormentato.
Ripenso a te,
grande nei sogni,
pacato nell’agire,
mai stanco di lottare.
Ripenso a te,
poi a me,
insicura ad amare,
testarda ad ascoltare
fragile e delicata per lottare.
Ripenso a me,
dimentica dei sogni,
alla ricerca ancora del senso della vita.

Onda 6a – AVIS. Poesia per la vita

1° posto
L’onda

di Enza Versace – Palmi (RC)

Motivazione: Il mare risuona dalla voce speranzosa di giovani vite infrante. L’onda insieme all’odore del sale porta l’odore del sudore, del sacrificio, della speranza, del sangue di coloro che cercavano con amore e disperazione la libertà.

Come una vela spinta dal vento,
l’onda arriva da lontano
Prima appare all’orizzonte,
poi scompare, poi riappare.
Nel suo moto perpetuo diventa sempre più grande
sempre più possente,
giunge alla sua meta e s’infrange a riva
in mille bollicine bianche
che si ricompongono e riprendono vita
sotto l’altra onda che avanza e che li copre.
Porta con sé l’odore del sale, del sudore, del sacrificio, della speranza
di Said, di Laki, di Mustafà.
Porta l’odore del sangue, della morte di giovani
che nell’illusione di una vita migliore
hanno cercato di solcarla
con la forza dell’amore e della disperazione.
Nei giorni di vento, le loro voci si fanno sentire
come una melodia proveniente da uno strumento
suonato da una mano Divina
e se tu le saprai ascoltare
esse ti racconteranno la loro storia,
di quando la loro vita pulsava nelle vene,
di quando il loro sogno
era quello di essere finalmente liberi,
ti faranno capire quanto hanno amato la vita
e forse ti aiuteranno a colmare la solitudine che è in te.

2° posto
Forse il suo sangue

di Emanuele Aloisi – Zaccanopoli (VV)

Motivazione: Versi che inneggiano quel corpo ferito, percosso e beffeggiato da putride coscienze che come la pioggia inonderà la terra, come la luce illuminerà la notte e il suo calice disseterà le anime.

Forse il suo corpo cadde a terra,
per un verdetto che era scritto,
sotto il fardello della croce,
tra sputi e acuminate spine,
accuse d’indici e parole insulse,
radici, di putride coscienze.
Le avrà indossate nella carne,
come le arterie e le sue vene
profonde, attraversate dalle guglie
dei loro chiodi arrugginiti.
Forse il suo sangue servì a questo:
ad arrivare sulle membra spoglie,
come una pioggia ad inondar la terra,
come una luce a illuminar la notte,
un calice, a dissetare l’anime.
Forse che il cielo piange ancora
lacrime d’uomo e il suo dolore,
la sua paura o la speranza
di dar valore ai simulacri, voce
ai poveri sudari solitari.
Forse il suo sangue, allora…
allora e invano non avrà versato,
se ora e ancora, eternamente
rinasceranno le sue membra!

3° posto
Il gesto giusto

di Giulia Molino – Limbadi (VV)

Motivazione: In questi meravigliosi versi il sangue che scorre nelle nostre vene è linfa vitale per l’ignoto fratello che, se non riceve il sangue, muore. Nobile gesto che dà vita e ci fa star bene.

Or che la notte volge lo sguardo altrove,
il sole prontamente ne approfitta
per prendere il suo posto e dare luce.
Si desta tutto e si accendono i colori,
non per tutti: in un letto o sull’asfalto,
non importa dove,
c’è qualcuno che, se non riceve il sangue,
muore!
Preziosa e prezioso fine,
ogni vita che Dio ci diede in dono
ed il comando, con il grande esempio,
di amare il prossimo tuo come te stesso.
E chi al “comando “non è sordo
fa tutto per piacere al Supremo Bene.
L’altruismo c’è, nell’uomo buono e, anche se a volte teme,
per ignoranza o per superstizione
ci pensa l’Avis a dar la giusta informazione!
Diamo il prezioso sangue, all’ignoto fratello,
che serve per ridare a lui la vita …
il sangue è vita, il sangue si produce
perché il corpo può ammalarsi,
ma è perfetto e, noi che lo possiamo fare,
perché non donare la vita là dove la vita se ne potrebbe andare?
Riconoscenza anonima e muta e torna il vigore e rifiorisce la vita,
torna il sorriso e per quel sorriso e quella forza piena
la ricompensa è grande: cresce la voglia e l’entusiasmo
di spiegar le ali
e fare il nobile e giusto gesto che ci fa star bene!

Maria Grazia Teramo

A Maria Grazia Teramo – attrice (diploma)

Vera artista del gesto e della parola per la sua passione nell’interpretazione e nella recitazione e per aver portato con entusiasmo e professionalità l’arte teatrale a Tropea suscitando interesse, curiosità e amore nella nostra città contribuendo alla sua crescita umana e culturale.

A Maria Grazia Teramo (targa)
Attrice
vera artista del gesto e della parola/ per la sua passione nell’interpretazione/ e per l’amore per la sua città
Con riconoscenza
Tropea, Hotel Tropis, 27 maggio 2017 Il Presidente
prof. Pasquale De Luca